Questa mattina, presso il Cinema Quattro Fontane a Roma, si è svolta la conferenza stampa dell’ultimo film di Gianfrancesco Lazzotti. Oltre al regista sono presenti in sala i tre interpreti principali Cristiana Capotondi, Filippo Nigro e Nicoletta Romanoff, accompagnati dal produttore Pierpaolo Paoluzi. Il film si è distinto alla 56° edizione del Taormina FilmFest, nella quale ha ottenuto ben tre riconoscimenti: il Premio Miglior Interpretazione Femminile e Maschile (Capotondi e Nigro) e il Premio come Miglior Film. Distribuito da 01, la pellicola sarà nelle sale dal prossimo 19 novembre. Ecco come regista ed interpreti hanno risposto alle domande dei giornalisti.
E’ un fatto inusuale che nel cinema venga affrontato in modo “lieve” e non patetico il tema dell’handicap. Come hai lavoro sul tuo personaggio?
Cristiana Capotondi: E’ vero molto spesso si tende a usare un linguaggio cinematografico melodrammatico per raccontare una vicenda del genere, ma a me ha aiutato molto il fatto di aver conosciuto la vera Katia. Si, perché questa è una storia vera, condita di alcune invenzioni drammaturgiche ovviamente. Lei è una che cerca una propria determinazione, innanzitutto come donna, e questo penso sia ciò che deve maggiormente rimanere del film. Infatti, registicamente parlando, la carrozzella è inquadrata pochissimo.
Cosa c’è di cinematografico che ti ha attratto della storia?
Gianfrancesco Lazzotti: La storia della malattia di questa ragazza ho preferito lasciarla sullo sfondo, perché il nostro intento non era quello di fare un film sociologico. Questo è prima di tutto il ritratto di tre personalità, ognuna con le proprie specificità, dolori e ironia. Non saprei dire quali siano effettivamente i margini che delimitano la storia vera dall’universo della fiction, ma il film non parla solo ed esclusivamente di Katia, quindi l’aspetto romanzato era necessario. Quando la ragazza ha visto il film, paradossalmente si è convinta che quello che vedeva sullo schermo le fosse successo veramente!
Cosa c’è della tua personalità nel personaggio che interpreti?
Filippo Nigro: Ho cercato di modulare l’implosione che ha il carattere di Danilo, perché fondamentalmente non ha una vera e propria evoluzione verbale. Questo non è determinato da un fatto culturale ma bensì da uno caratteriale che gli fa dire: “Le emozioni non bisogna dirle a parole, ma esprimerle”. Con Gianfrancesco abbiamo cercato di caratterizzare un personaggio così complesso come quello di un detenuto che è racchiuso in poco gesti, ma di grande intensità.
Nicoletta Romanoff: Anche io ho incontrato la vera Katia, e sono rimasta assolutamente colpita dalla sua forza e solarità. Io interpreto Rosalba, la sua migliore amica, una ragazza che dipende completamente dalla vitalità di Katia, tanto che spesso, anche attraverso i suoi racconti, ho pensato che il mio personaggio non è altro che una bambina indifesa che cerca protezione fra le braccia di una figura materna.
Qual è stata la sfida di realizzare un film come questo?
Pierpaolo Paoluzi: Posso dire solo che con l’aiuto della Rai e di 01 Distribution, ed insieme a questo splendido cast, i problemi sono stati assolutamente irrisori. Quello che mi ha spinto a voler produrre questo film è l’incredibile tenacia e determinazione con la quale Cristiana ne ha promosso la sua realizzazione, e anche solo per questo non potevo dire di no!
Serena Guidoni
